Il blog di Chiara Cecutti

Vi presentiamo il Tinkering, ottimo per i bambini, efficace in azienda

Se vi capita di guardare un bicchiere di carta usato o un semplice pezzo di legno e pensare subito a cosa potreste farlo diventare o in quale altro oggetto potrebbe trasformarsi nelle vostre mani, avete un’anima da Tinkerer. Ovvero, uno spirito creativo, intraprendente, pratico e ingegnoso, perfetto, appunto per il Tinkering, e non è un caso che tale attività venga usata in ambito aziendale come attività di Team Building e di Team Working. Ma come nasce il Tinkering? E come si sviluppa in azienda?

Il Tinkering, che in lingua originale vuol dire “rattoppare”, ma anche “darsi da fare”, ha origine più di una decina di anni fa negli Stati Uniti grazie ad alcuni educatori, nonché fan della robotica, che hanno tirato su un vero e proprio laboratorio nel Museo delle Scienze di San Francisco. Nasce inizialmente come attività dinamica e stimolante per i bambini al fine di farli studiare giocando, ovvero appassionarli alla scienza, alla tecnologia e pure alla matematica, sperimentandone i principi con le proprie mani. Ma non solo, perché l’obiettivo in realtà era e resta molteplice: incoraggiare a sperimentare e a lavorare in gruppo utilizzando scatole, fili metallici e tutto ciò che si può trovare facilmente in casa o in qualche garage o ripostiglio, per costruire, o riparare e far tornare a funzionare, oggetti meccanici, per lo più giocattoli, con pazienza e soprattutto imparando dai propri errori. Il Tinkering si è sviluppato rapidamente anche in altri paesi, Italia compresa dove si pratica in particolare al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Si è capito quasi subito che poteva essere facilmente applicato anche agli adulti e in particolare in ambito aziendale: come attività di Team Building dunque il Tinkering mantiene le sue caratteristiche di base, puntando cioè a costruire “cose” per lo più funzionanti che possono essere circuiti o giocattoli elettrici, sculture cinetiche o meccanismi di reazione a catena con ciò che si ha a disposizione, sia nel senso di materiali che di risorse e potenzialità, quindi sperimentando, mettendo in campo la propria curiosità e intraprendenza, risolvendo e superando eventuali problemi che si presentano nel corso del processo di trasformazione o assemblaggio, in una parola collaborando per il raggiungimento di un obiettivo comune, che altro non è se non l’essenza dello spirito di squadra e di gruppo necessario in ogni azienda affinché sia sana e compatta al suo interno quanto forte e competitiva sul mercato.

 

 

 

 

 

 

 

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